Tonno rosso

QUALCHE CONOSCENZA IN PIÙ SUL TONNO, CHE ORA È NUOVAMENTE ABBONDANTE

Il tonno rosso (Thunnus thynnus, Linnaeus, 1758) è possibilmente la specie marina più studiata, sin dai tempi di Aristotele. Le tonnare sono in assoluto la più antica industria dell’uomo, documentate come organizzazione industriale sin dal VII secolo a.C.

Per tentare di accrescere le nostre conoscenze su questa affascinante specie nel 2009, i Paesi che circondano l’Atlantico ed il Mediterraneo hanno deciso di finanziare lo studio più complesso sinora fatto su una singola specie marina, l’Atlantic-wide Research Programme for Bluefin tuna (GBYP), condotto nell’ambito della International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (ICCAT), la Commissione internazionale che che ha il mandato di gestire i grandi pesci migratori che vivono tra l’Atlantico, il Golfo del Messico, il Mare del Nord, l’Oceano Artico, il Mediterraneo, il Mar Nero, il Mare del Nord ed il Baltico.

Questo programma è iniziato nel 2010 ed ha visto coinvolti sinora 91 istituzioni appartenenti a 24 paesi, con diverse centinaia di ricercatori. In questi anni, utilizzando le tecniche scientifiche più sofisticate, si sono avuti notevoli avanzamenti nelle conoscenze.

Le marche satellitari hanno fatto scoprire movimenti a lungo raggio prima parzialmente sconosciuti, che hanno dimostrato il ritorno del tonno in aree remote (Groenlandia, Norvegia e Svezia). Sempre con le marche satellitari ma con il supporto di analisi microchimiche, è stato possibile scoprire come ci fosse un’aria di mecolanza tra lo stock occidentale e lo stock orientale nell’area tra il Marocco e le Isole Canarie.

Le analisi micro-chimiche, relative ad elementi in traccia e isotopi, hanno consentito di stabilire la grande variabilità interannuale esistente nelle varie aree, ma anche l’origine dei vari tonni, identificando con ottima approssimazione la zona di nascita (Mar Mediterraneo o Golfo del Messico), ma anche mostrando che alcuni erano nati altrove, possibilmente in aree atlantiche non ancora definite. Le analisi genetiche sono state condotte su campioni di tonno raccolti in un ambito temporale enorme che va dal II secolo a.C. ai nostri giorni. Queste analisi hanno rilevato come il tonno rosso non abbia subito alcuna erosione genetica negli ultimi 2200 anni e come non ci siano sub-popolazioni distinguibili all’interno del Mediterraneo, mentre lo stock dell’Atlantico ovest e dell’Atlantico est (che include il Mediterraneo) hanno caratteristiche genetiche totalmente distinte.

La lettura degli otoliti, le strutture calcificate dell’orecchio interno del tonno che hanno una serie di annuli che consentono la determinazione dell’età, ha permesso di ottenere una chiave età-lunghezza che consente di avere un’idea più precisa della distribuzione della popolazione per età. Una tecnica innovativa, che si basa sull’esame dell’aspetto esterno degli otoliti, ha consentito di avere un’idea più precisa delle varie aree dell’oceano frequentate dal tonno, sopratutto accoppiando anche i risultati ottenuti con analisi micro-chimiche.

Le prospezioni aeree, condotte con uno sforzo notevole su circa il 60% della superficie del Mediterraneo, hanno consentito di avere una prima stima indipendente della biomassa di riproduttori nelle quattro aree principali di riproduzione (Mar delle Baleari, Tirreno meridionale, Mediterraneo centro-meridionale, Mar di Levante). Allo stesso tempo, le prospezioni aeree, insieme alle marche satellitari, hanno permesso di dimostrare come il tonno rosso possa utilizzare in modo opportunistico altre aree riproduttive, in presenza delle condizioni oceanografiche idonee.

Uno dei maggiori successi della ricerca ICCAT GBYP è stata l’attività di ricupero dei dati storici di pesca. Attualmente, la banca dati include 207 tonnare e dati di pesca che vanno dal 1512 all’attualità, così costituendo la più vasta banca dati per una singola specie marina. A questo si accoppia lo sviluppo di innovativi modelli matematici, indispensabili per avere una gestione sostenibile.

Tutto questo sforzo di ricerca si è svolto in parallelo ad una rigida gestione della pesca da parte dell’ICCAT e dei Paesi coinvolti, che ha comportato anche sacrifici notevoli da parte dei pescatori che, dal 1999, sono sottoposti ad un regime di catture per quota, oltre che a norme molto complesse riguardanti l’attività. Questa dura gestione è stata causata dal fatto che, negli anni ’90, il tonno sia stato chiaramente sovrasfruttato. L’adozione di un piano poliennale dell’ICCAT per il ricupero del tonno rosso ha comportato che, da anni ed attualmente, questa specie sia quella maggiormente controllata tra tutte le specie alieutiche al mondo, con catture strettamente monitorate anche da osservatori internazionali e con l’obbligo di accompagnare ogni tonno con un certificato che ne racconta la storia di cattura.

Il risultato deggli sforzi congiunti è stato notevole: da alcuni anni il tonno rosso è tornato massivamente nelle acque dell’Atlantico e del Mediterraneo, mostrando chiari ed inequivocabili segni di progressivo recupero. Grazie a ciò, l’ICCAT ha anche deciso di aumentare progressivamente le quote di cattura, ma con uno stretto monitoraggio.

La cosa fantastica è anche che il tonno, ogni anno, ci mostra sempre qualcosa di nuovo, dimostrandoci che la Natura richiede continui adattamenti ed il tonno rosso, in questo, è un maestro.

 

2 Maggio 2018
World Tuna Day

Per saperne di più: World Tuna Day

 
 
 
 
 
 

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